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La casa vuota
Mi accolse la casa che fu mia che fu vostra con orbite vuote... (fulminea come flash l'immagine del gatto che afferra il topo nell'aia e le spire di serpe sulla soglia che varcavo). Le stanze vuote e silenziose risuonarono come un'eco di voci argentine, di capricci di gioie, di pianti, di giochi, di tenerezze... ( mentre la fiamma dal caminetto riverberava il calore nel grande salone, come pira bruciava la mia spina di donna sola ) voi soli la mia pienezza : conforto delle ore insieme; anni di albe, tramonti, odori di allori, di orti... effluvi di stagioni diverse (perse) come lo scorrere della vita che cambia l'essere tra apparenze, addii, inganni che voi percepiste già in quegli anni. Ripercorsi il vialetto di ghiaia che scricchiolando come allora con suono ridente mi salutava; chiudendo il cancello volsi un ultimo sguardo alla facciata: le orbite vuote si colmarono di lacrime di luce.
Augusta Romoli
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